Decreto trasparenza, sistemi decisionali e di monitoraggio automatizzato: quando vale l’obbligo di comunicazione ai sindacati
Obbligo di comunicazione ai sindacati e agli organismi territoriali
- le aziende che hanno gli RSU/RSA interni, dovranno fare le comunicazioni internamente;
- le aziende che non hanno i sindacati interni dovranno fare le comunicazioni agli organismi territoriali principali, quindi, in base alla provincia in cui si trova l’azienda, la comunicazione dovrà essere fatta a CGL, CISL e UIL.
Per quali attività è previsto l’obbligo informativo?
- il controllo nell’ipotesi di assunzione e conferimenti di incarico ai lavoratori o agli appaltatori;
- la gestione e la cessazione del rapporto di lavoro;
- l’assegnazione di compiti e mansioni.
- le indicazioni che possono incidere sulla sorveglianza;
- la valutazione delle prestazioni;
- gli adempimenti delle obbligazioni contrattuali.
Quando vale l’obbligo di informare le organizzazioni sindacali? Alcuni esempi
Molte aziende usano piattaforme per assegnare determinati ruoli e mansioni attraverso un algoritmo. In questi casi i sindacati vanno informati. Vediamo alcuni esempi.
Metodi discriminatori di assegnazione delle consegne
Oggi, le aziende che decidono di assegnare alcune mansioni, ruoli o incarichi usando un algoritmo – al di là degli aspetti giuslavoristici – devono necessariamente integrare l’informativa e comunicarlo agli organismi sindacali.
Sistemi automatizzati nella selezione del personale
Anche in questi casi vanno informate le organizzazioni sindacali.
Sistemi automatizzati in punto vendita
Promozioni al personale
Nei centri commerciali e negli enti pubblici capita spesso di trovare delle macchine con tasti verdi, rossi e gialli che ci chiedono come siamo stati serviti e sulla base di questo l’azienda o l’ente decide se dare o non dare promozioni al personale. Qui non si sto misurando tanto la prestazione, quanto la performance del lavoratore.
Il badge?
Non è tanto il sistema, ma la finalità per cui lo usi a determinare l‘obbligo di comunicazione ai sindacati e ai lavoratori
Cosa deve fare il consulente GDPR?
Dipende da quanto l’organizzazione e il consulente sono stati compliant fino a questo momento.
Chi ha lavorato in modo conforme deve solo fare “un rispolvero”
1 – Riprendere il registro dei trattamenti. E quindi verificare, rispetto alla norma, se c’è qualcosa da aggiustare, facendo attenzione al nuovo destinatario, cioè si dovranno considerare gli organismi sindacali – siano essi interni o esterni – come un nuovo attore che si inserisce nell’impianto privacy.
2 – Nell’ipotesi in cui l’azienda rientri in uno dei casi visti in questo articolo, si dovrà normalizzare anche l’aspetto della comunicazione agli organismi sindacali.
Diverso invece è per chi non è compliant neanche lato GDPR…
Chi non è stato compliant ha molto lavoro da fare
2 – ho un’azienda che non è efficiente.
Attenzione ai dispositivi digitali